Come ho già specificato prima, il mio gioco è un misto di verità e fantasia. Ho unito veri luoghi, vere personalità, veri elementi storici, leggende cittadine e, in quantità maggiore, elementi di mia fantasia.
Qui di seguito vi spiegherò i miei riferimenti storici e leggendari e come li ho modificati, anche pesantemente, includendo informazioni aggiuntive sui personaggi.
IMPORTANTE
Non sono uno storico e, molti di questi elementi, li ho studiati e scoperti mano a mano. Per gli elementi storici NON AFFIDATEVI A CIÒ CHE HO SCRITTO, ma seguite le fonti. Potrei riportare elementi molto imprecisi e vaghi!
Aggiungo che i luoghi non sono precisi. Della vera Conversano nel mio gioco c’è praticamente solo il nome, la storia e alcuni elementi messi a caso. Sarebbe stato impossibile fare un gioco con gli elementi topografici reali, anche perché ci sono abitazioni private in mezzo.
Aggiornerò quanto possibile il documento con nuove fonti e dati più precisi.
Per questo documento e il gioco ho citato e ringrazio (in ordine casuale)
- Città di Conversano
- Biblioteca Civica Maria Marangelli
- Fax
- Barinedita
- La pagina Facebook Figli Del Conte
- Wikipedia
- Telebari
- Teleregione
- Il sito sui Laghi di Conversano e Gavina di Monsignore
- Le opere e le conoscenze di Antonio Fanizzi, Michele Lorusso e Pasquale Loiacono
- Spero di non aver dimenticato nessuno
L’archivio
L’archivio nella quale è ambientato l’inizio e la fine del gioco non è un luogo preciso di Conversano. È un luogo di fantasia con stanze abbandonate da 40 anni. Posso dire, però, che l’ambientazione è ispirata leggermente alla biblioteca comunale di Conversano, che devo ringraziare quando ho iniziato il progetto per PlayStation. Sono stati molto disponibili e hanno trovato dei testi utili alle mie ricerche, seppur per una storia diversa da quello che è poi diventato Dorotea.
Dorotea
Il personaggio è ispirato (sottolineo ispirazione, non narrazione diretta) dalla strega Dorotea, un personaggio realmente esistito nella mia città, Conversano. Nella “vita vera” fu veramente processata e torturata per stregoneria nel 1600. Viveva nella povertà e curava le persone dal malocchio e dalle malattie, o almeno ci provava. Non penso, però, avesse poteri sovra-naturali come la nostra protagonista.
Vi invito a guardare questo documentario di Teleregione che parla proprio di lei.
Nel mio gioco, Dorotea viene introdotta come una ragazza sulla 25ina, studiosa e appassionata della sua città. Ha capelli rossi lunghi, occhi verdi (Non rossi/viola come vedete, ciò è causato da una mia scelta estetica e dalle limitazioni del Game Boy), ha un vestito lungo bordeaux, stivali e pantaloni neri.
L’immagine qui di seguito è una primissima versione di Dorotea nel modello 3D che doveva essere usato sul gioco PlayStation. Nelle prime versioni del prototipo per PlayStation non aveva ancora un nome, era solo “la protagonista”. Ripeto, è un primissimo modello 3D. Non avevo mai modellato prima una persona e, soprattutto, volevo mantenere bassissimi il numero di poligoni per i primi test.

Nel gioco, Dorotea viene catapultata due volte indietro nel tempo. Nella sua “prigionia” che durerà 40 anni, sarà riservata e intenta a seguire la sua missione: spezzare la maledizione. Alcuni suoi compaesani la etichetteranno come strega, non tanto per i suoi poteri sovra-naturali che cercherà di tenere nascosti, ma per le sue ampie conoscenze. È pur sempre una ragazza intelligente e studiosa che arriva dal 2025.
I capelli rossi
Visto che la stegoneria veniva vista come una opera collegata al diavolo, ho voluto disegnare Dorotea con i capelli rossi. Specialmente al sud, infatti, si dice che le persone con i capelli rossi possano evocare e parlare col diavolo.
Da ginger quale sono anche io, al momento posso dire di non aver avuto contatti col diavolo.
Altre Dorotea nello stesso periodo
Aggiungo che, nello stesso periodo, c’era un’altra Dorotea, ovvero la suora Dorotea Acquaviva D’Aragona. Quest’ultima potrebbe essere collegata con la Porta Dei Cento Occhi, ma non è la mia ispirazione per il gioco.
La Porta Dei Cento Occhi
Questa opera che appare all’inizio del gioco è un reperto che esiste davvero ed è esposta.

È una vera porta in legno risalente sempre al 1600 con serrature importanti e decorazioni, tra cui una scritta in latino e una figura umana.
Nel gioco Dorotea dice “QUI POTEST CAPERE CAPIAT”. Questa frase è realmente presente sulla porta e vuol dire “Chi vuole intendere, intenda” (Nell’immagine che ho messo non si vede, ma sul web troverete foto più complete. Dovrei chiedere i permessi in giro).
Oltre alla scritta, campeggia una figura umana con una lama, un manto tra le mani e ben 75 occhi sul suo corpo. La figura sembra essere il gigante Argo, una figura mitica dell’antica Grecia.
Prima di approfondire, è importante sapere che la porta è stata ritrovata in un deposito – elemento che ho voluto citare nel gioco – del Monastero di San Benedetto ben 50 anni fa e, da allora, restaurata.
Nel mio gioco, ho voluto dare alla Porta un doppio ruolo di guardiano della vita di Dorotea e di sigillo degli elementi maledetti presenti nei giorni nostri.
Nella vita reale, però, lo scopo è meno noto, ma ci sono delle ipotesi
- Veniva usato come guardiano sì, ma della verginità delle suore ospitate nel Monastero.
- Veniva usato come punizione per le monache peccatrici e da monito per le consorelle. Gli occhi simboleggerebbero le eruzioni cutanee della sifilide
- Fu creata come porta della cella della suora Dorotea Acquaviva D’Aragona. Dorotea fu rapita da Ridolfo Carofa Duca di Noja e portata in Venezia, dove si sposarono ed ebbero un figlio. Ridolfo morì in battaglia e Suor Dorotea tornò al Monastero di Conversano dove venne chiusa in cella
Fun fact: nella mia versione pixel-art della Porta, ho veramente inserito 75 occhi, come nell’opera vera
Il conte, la sedia e il lago di Terrarossa

Questo è un altro elemento importante della storia del mio gioco. Copre molte citazioni che ho fatto.
Il conte, quel periodo, è Giangirolamo II Acquaviva D’Aragona, ovvero il conte di Conversano dal 1626 (Quando morì il padre, ciò citato nel mio gioco dal reperto del testamento, seppur inventato), un feudo che oggi coprirebbe buona parte del sud-est barese.
Ci sono tante leggende su questo conte. Si dice – anche se non sembra tutto verificabile con fonti certe – fosse un uomo malvagio e un guerriero formidabile, seppur “guercio”, ovvero avesse un difetto visivo (Difetto visivo non appoggiato da alcuna fonte).
Lo Ius Primae Noctis

Nel mio gioco ho inserito un riferimento molto velato alla “pratica”, mai verificata storicamente.
Quando Caterina scopre che Dorotea è arrivata da un uscita di una residenza privata del Conte, ha subito pensato fosse andata lì per affari carnali. La citazione “Beh, vestita così” è un modo per giustificare il lungo vestito rosso che indossava Dorotea, che si diceva fosse un colore associato alla prostituzione. Lo “Ius Primae Noctis” era comunque un affare che avveniva la prima notte di nozze. La nostra Caterina ha voluto giusto fare 1+1. RIP.
Aggiungo che noi conversanesi siamo soprannominati “Figli del conte” per questo motivo. Un esempio è il gruppo ultras della Pallamano Conversano, una delle squadre più titolate della pallamano italiana e, nel momento in cui scrivo, detentrice dello scudetto.
La sedia posseduta

Come dicevo prima, il Conte era un guerriero formidabile, temuto e vendicativo.
Una leggerra narra che Giangirolamo facesse scuoiare i suoi nemici e ci fece delle sedute in pelle. Non sono stati trovati reperti tangibili, quindi la sedia è un mio design.
Il tunnel nascosto
Nel gioco, Dorotea crede di essere finita in una cripta. Quello in cui è finita, invece, è un lungo corridoio / cunicolo ispirato al passaggio segreto che – secondo la leggenda – avrebbe fatto scavare per fuggire a cavallo.
Non ci sono fonti che confermerebbero l’esistenza o meno del passaggio, quindi il suo contenuto (provviste e cadaveri) e la sua destinazione sono totalmente inventati da me.
Terrarossa (Lago di?)

Conversano è una città piena di doline carsiche, denominate Riserva Naturale Regionale dall’elevata priorità di consevazione dall’Unione Europea.
Questi sono stagni abbastanza grandi. Molti di essi sono ormai privi di acqua, ma, secoli fa, venivano usati come riserve idriche e principali fonti d’acqua potabile.
Tecnicamente, Terrarossa non è il nome del lago, che è tecnicamente noto come “Lago Fetido” o “Lago di San Salvatore”. Diciamo che è più il nome della zona, anche se molti conversanesi sanno dove indirizzarti se gli chiedi del lago di Terrarossa.
Qui torna in gioco il Conte. Si dice che il nome Terrarossa sia dato da una pratica violenta del Conte.
Secondo la storia tramandata, a lui non piaceva che le donne rubassero l’acqua con i loro quarti e quindi, con il suo archibugio, sparava ai quarti – vasi / anfore con la quale trasportavano l’acqua – che loro portavano in testa. Ovviamente, con armi che non sono quelle di oggi, con i suoi difetti visivi e la distanza, spesso e volentieri la pratica finiva in tragedia.
Il sangue versato, quindi, avrebbe dato il colore alla terra, da qui Terrarossa.
Il fatto che sia presente un cimitero nelle vicinanze è data da un’altra leggenda che vedeva la presenza di un cimitero nei pressi del lago di Sassano, ad oggi il lago più grande e pieno di Conversano (Quello che vedete in foto).
Giustificazioni sul paradosso del loop temporale
Sicuramente la storia è piena di paradossi temporali, ma ho fatto il possibile per sistemarli.
Dorotea ha creato la porta? Come è nata la maledizione? È un loop temporale? Come fa Dorotea ad “avere tutto a disposizione” quando viene mandata indietro di 40 anni?
La mia giustificazione per i paradossi? Pensate al loop come una catena e non un ciclo. Fate finta che Dorotea sia un videogioco Rogue-lite con varie linee temporali dove, poco a poco, le Dorotea provano a spezzare la maledizione.
Solo Dorotea può spezzare la maledizione e 40 anni non bastano.
Quello che viviamo nel gioco è un pezzo di questa catena. (Non giocatelo 100 volte, non cambierà niente, per ora)
Altri dettagli li tengo per me perché potrei farci altre opere attorno. Inoltre su certe cose non ho idea di come giustificarle e mi riservo il diritto di retconnare e aggiornare il gioco in futuro.